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Rassegna Stampa

27 • 12 • 2019
La Gazzetta dello Sport
13 • 12 • 2019
Montalcino news

Il Brunello di Montalcino 2015 di Siro Pacenti, miglior vino dell’anno 2019 secondo James Suckling, finisce ovviamente in cima anche alla graduatoria nazionale, che mette in fila i migliori cento assaggi del Belpaese del guru americano. Dove il Brunello, ora più che mai, assume un peso straordinario, con ben 32 etichette nella Top 100, la maggior parte dell’annata che sta per uscire sul mercato, la 2015 (“la migliore di sempre, un nuovo punto di riferimento per i vini italiani”, assicura Suckling) ma anche qualche bottiglia di Riserva 2013.

Detto del Brunello di Siro Pacenti, al 1° posto davanti a mostri sacri come Masseto e Solaia, entrano nella Top 10 anche il Brunello di Montalcino Luce della Vite 2015 (n. 6), il Brunello di Montalcino 2015 di Giodo (n. 7), il Brunello di Montalcino 2015 di Eredi Fuligni (n. 8), il Brunello di Montalcino 2015 di Renieri (n. 9) e il Brunello di Montalcino Pianrosso 2015 di Ciacci Piccolomini d’Aragona (n. 10), seguiti a ruota dal Brunello di Montalcino Le Lucere 2015 di San Filippo (n. 11), il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2015 di Valdicava (n. 12), il Brunello di Montalcino Piero 2015 di Talenti (n. 13), il Brunello di Montalcino La Casaccia 2015 di Canalicchio di Sopra (n. 14) e il Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015 di San Polo (n. 15).

Troviamo poi il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2015 di Casanova di Neri (n. 24), il Brunello di Montalcino 2015 di Valdicava (n. 25), il Brunello di Montalcino Campo del Drago 2015 di Castiglion del Bosco (n. 41), il Brunello di Montalcino 2015 di Ciacci Piccolomini d’Aragona (n. 54), il Brunello di Montalcino 2015 di Livio Sassetti (n. 55), il Brunello di Montalcino 2015 di San Filippo (n. 56), il Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva 2013 di Castello Banfi (n. 62), il Brunello di Montalcino Cerretalto 2013 di Casanova di Neri (n. 69), il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2015 di Argiano (n. 74), il Brunello di Montalcino Franci 2015 di Tassi (n. 82), il Brunello di Montalcino 2015 di Canalicchio di Sopra (n. 83), il Brunello di Montalcino Altiero 2015 di Poggio Antico (n. 84), il Brunello di Montalcino Helichrysum 2015 di San Polino (n. 86), il Brunello di Montalcino Castelgiocondo 2015 di Frescobaldi (n. 92), il Brunello di Montalcino Montosoli 2015 di Altesino (n. 93), il Brunello di Montalcino Fornace 2015 de Le Ragnaie (n. 94), il Brunello di Montalcino Vallocchio 2015 di Fanti (n. 95), il Brunello di Montalcino Zodiac Riserva 2013 di Castiglion del Bosco (n. 96), il Brunello di Montalcino 2015 di Maddalena Cordella (n. 98), il Brunello di Montalcino 2015 di Fossacolle (n. 99) e il Brunello di Montalcino Vigna La Casa 2015 di Caparzo (n. 100).

09 • 12 • 2019
Falstaff

Grappa, Dolce Vita, Italia! Grappa ist ein Destillat, das aus vergorenen und noch leicht alkoholhaltigen Trestern gewonnen wird. In Österreich sagt man dazu Tresterbrand. In Italien ist die Tradition des Grappa vor allem im Veneto, im Friaul und im Trentino verankert. Für unsere Falstaff Grappa Trophy wurden uns dennoch Probeflaschen von Sizilien bis zum Aosta-Tal zugeschickt. Das zeigt, dass Grappa durchwegs Thema ist und als italienisches Nationaldestillat nicht wegzudenken ist. Bei unserer Grappa Trophy gab es drei Kategorien: Grappa klar, Grappa gereift mit bis zu fünf Jahren Fassreifung und Grappa Riserva mit über fünf Jahren Fassreifung.

Sieger in der Kategorie Grappa klar wurde Alexander Ortler aus Eppan in Südtirol mit seiner »Grappa Goldmuskateller«. Der junge Brenner ist kein Unbekannter in der Szene. Seit einigen Jahren brennt er nur bestes Ausgangsmaterial und kann regelmäßig bei Wettbewerben mit seinen Destillaten punkten. Nicht nur mit Grappa, sondern auch mit exzellenten Fruchtbränden gehört der Underdog zu Europas Top-Brennern. Auf den Rängen folgen der Grappa von Loredan Gasparini aus dem Veneto und der Gewürztraminer-Grappa von Pilzer aus dem Trentino.

Domenis1898 ist die Geschichte von vier Generationen Brennern, die 1898 im Friaul beginnt. Stets vom Innovationsgeist getrieben ist Domenis1898 heute im In- und Ausland geschätzt. Ihr »Grappa LA120« wirkt edel und zeichnet sich durch eine besondere Ausgewogenheit im Trunk aus, die durch eine 18-monatige Fassreifung gegeben wird. Platz zwei und drei belegen der Grappa Gewürztraminer von Roner aus Südtirol und der der Grappa Barrique Chardonnay Girale von Tosolini im Friaul.

Bei Grappa Riserva mit über fünf Jahren Fassreife befinden sich gleich drei Grappas mit über 20 Jahren Fasslagerung auf dem Podest. Ein echtes Highlight, zumal diese einzigartigen und raren Destillate oftmals aus nur einem einzigen Fass stammen. Entsprechend sind auch die Preise dieser Edeldestillate. Sieger in dieser Königsklasse ist der» Riserva del Fondatore Paolo Berta 1999 «von den Distillerie Berta aus dem Piemont. Berta zählt zu den bekanntesten und renommiertesten Brennereien Italiens. Allein die Reifekeller sind atemberaubend und einen Besuch wert. Um das Ganze abzurunden, pflegen die Distillerie Berta einen Naturpark, ein Grappa-Museum, eine eigene Konditorei und ein edles Hotel: einzigartig in Italien. Knapp dahinter folgen der Grappa Riserva 24 anni 1994 von Nonino aus dem Friaul und der Grappa 22 anni Single Cask von Nardini aus dem Veneto.

Grappa liegt wieder stark im Trend. Beim Packaging wird auf hochwertige und edle Materialien gesetzt, sowie auf gefällige Muster und Farben. Ideal für ein Weihnachtsgeschenk. Deshalb, aber nicht nur, lautet unser Aufruf für die Feiertage: trinkt mehr Grappa!

88/100
Ciacci Piccolomini d'Aragona - Grappa di Brunello Riserva di "Pianrosso" 2015
Helles Gold. Vegetabile Nase, grasig, ein Tick Zimt, Nagellackentferner. Mittleres Gewicht am Gaumen, getrocknete Rosinen, zarter Schmelz.

 

 

 

04 • 11 • 2019
Montalcino news

Montalcino conquista per 24 volte gli ambiti “5 Grappoli” (23 con il Brunello e 1 col Rosso), il massimo riconoscimento della guida “Bibenda 2020”, risultando, di fatto, la denominazione toscana più premiata. L’edizione n. 22 della guida curata dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis) di Franco Ricci, verrà svelata, nella cornice dell’Hotel Rome Cavalieri, il 30 novembre, in una festa che è diventata un appuntamento immancabile nel mondo del vino e che sarà caratterizzata dalla cena di gala firmata dallo chef Gianfranco Vissani. Oltre che l’assegnazione dei “5 Grappoli” verranno comunicati anche gli Oscar del Vino 2019, i premi alle donne e agli uomini che hanno reso grande il nome del vino italiano nel mondo. Nel tradizionale derby tra Piemonte e Toscana per chi ha sommato il maggior numero di “5 Grappoli”, vince il Piemonte per 140 a 114. La terza regione più premiata è la Sicilia con 42 “5 Grappoli”. Lo scorso anno Montalcino era entrata per 30 volte in questa classifica. Tra i migliori 10 assaggi assoluti di “Bibenda 2020” non figura nessun vino toscano.

Focus - L’elenco di Brunello e Rosso di Montalcino che hanno ricevuto i “5 Grappoli”

Altesino - Brunello di Montalcino Riserva 2013

Banfi - Brunello di Montalcino Poggio alle Mura Riserva 2013

Biondi Santi Tenuta Greppo - Brunello di Montalcino 2013

Biondi Santi Tenuta Greppo - Rosso di Montalcino 2016

Capanna - Brunello di Montalcino Riserva 2013

Casanova di Neri - Brunello di Montalcino Cerretalto 2013

Casisano - Brunello di Montalcino Colombaiolo Riserva 2013

Ciacci Piccolomini d’Aragona - Brunello di Montalcino Pianrosso 2013

Col D’Orcia - Brunello di Montalcino Poggio al Vento Riserva 2012

Fuligni - Brunello di Montalcino Riserva 2013

Giodo - Brunello di Montalcino 2014

Il Marroneto - Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie Riserva 2013

La Fiorita - Brunello di Montalcino 2014

Le Chiuse - Brunello di Montalcino 2014

Le Macioche - Brunello di Montalcino Riserva 2013

Le Potazzine - Brunello di Montalcino 2014

Lisini - Brunello di Montalcino 2014

Mastrojanni - Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2013

Pian delle Vigne - Brunello di Montalcino Vignaferrovia Riserva 2013

Poggio di Sotto - Brunello di Montalcino Riserva 2013

Sanlorenzo - Brunello di Montalcino Bramante Riserva 2013

Talenti - Brunello di Montalcino Pian di Conte Riserva 2013

Tenuta di Sesta - Brunello di Montalcino Due Lecci Est Riserva 2013

Val di Suga - Brunello di Montalcino Vigna Spuntali 2013

01 • 11 • 2019
James Suckling

My son Jack, Senior Editor Nick Stock and I are going to remember 2019 for a long time. It was the year that we discovered more than 50 perfect wines among the 25,000 we rated. In fact, we can’t remember a year quite like it; it was truly phenomenal for great wines. It seems that just about every major wine region released great wines onto the market, the majority being from the 2015 and 2016 vintages. These duo vintages will long be remembered much like 1989 and 1990 for Bordeaux. However, 2017 and 2018 should not be forgotten — both produced some exceptional wines, particularly whites.

Many regions shone in quality in our tastings this year. Most notable were Argentina, Bordeaux, Napa Valley, Tuscany, Piedmont, Rioja, Port, Champagne and Chile. That’s why many wines from these regions are included in our list of the Top 100 Wines of 2019. We have 41 100-point wines in the list and another 35 with 99 points. The rest of the wines scored 98 points. All the wines were produced in quantities of 300 cases or more.

While the emphasis is on quality, special preference was given to more affordably priced wines. For example, the Top 10 on the list are all priced at less than $80 a bottle. Most of the 100 cost less than $150 a bottle, although a few crept in at the bottom of the list that can cost up to $900 a bottle. It’s a shame that so many of the best-quality wines in the world are incredibly expensive now, but this list includes lots of exceptions to the rule, mainly from Argentina, Australia, and Chile.

Indeed, our list includes what may be one of the greatest wine values on earth, the 98-point El Enemigo Chardonnay Mendoza 2017. It retails for around $25 a bottle! And three of the wines in the Top 10 will only set you back $45-50 a bottle: Muga Rioja Prado Enea Gran Reserva 2011, Marchesi Antinori Umbria Cervaro Della Sala 2017 and Schäfer-Fröhlich Riesling Nahe Felseneck GG 2018.

Quality-price ratio was a key consideration in selecting our Wine of the Year, and this is why we decided on Brunello di Montalcino, the great wine-producing region of Italy’s Tuscany. We tasted close to 200 2015 Brunellos in September and dozens scored 95 points or more. We gave 11 perfect 100-point ratings. The wines will be available in the market in January 2020. Most of the best wines will retail between $50 and $120 a bottle.

AND THE WINNER IS ….

Selecting only one from so many stunning 2015 Brunellos was a tough ask, but in the end we named the Siro Pacenti Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2015 our Wine of the Year 2019. It is a perfect example of what makes 2015 Brunello so compelling to buy and drink. The Siro Pacenti really has a “wow” factor to it, and there’s an energy and excitement to tasting it.

Honestly, it’s a wine that’s just too fantastic not to drink now. We tasted it at least five times over the summer and we liked it more and more. Like all the best 2015 Brunellos, the Pacenti Brunello 2015 shows super intensity of cool and dark fruits as well as stones and flowers and opens to a full and plush body of expansive yet utterly refined tannins that coat your palate in a caressing way. It shows glorious transparency and communication. It’s one of the best young Brunellos I have tasted in my four-decade career and I have been tasting Brunellos professionally since 1983.

Owner Giancarlo Pacenti says his 2015 Brunello is “the wine of his career.” And we have to agree. Check out a short video on what he says about the vintage. There’s also a fun video of the contenders for the Wine of the Year 2019 we posted before publishing this story.

In total, we included a dozen 2015 Brunellos in our list of the Top 100 Wines of 2019 because of the unprecedented high quality of the wines. Eleven in the list received ratings of 100 points. Check out our report on 2015 Brunellos from September.

The region with the most representation in the list, however, was Bordeaux, with 15 wines included. The high number of chateaux in our list reflects the outstanding quality of the 2016 vintage which followed the superb 2015 vintage — our wine of the year in 2018 was the 2015 Château Canon.

This year, we rated eight wines 100 points in the 2016 Bordeaux tasting report, published earlier this year. As I wrote in that article, the wines have a classicism that reminds me of the great wines of the 1980s, but they have much more precision and clarity due to advances in viticulture and winemaking since then. Moreover, they seem much less manipulated than some Bordeaux from the first decade of this century, when some producers were making more market-driven wines.

The best value out of our top-rated 2016 Bordeaux made it into the top 10 of 2019: Château Larcis-Ducasse. We placed it at No. 7. The St.-Emilion wine sells for less than $100 a bottle and shows beautiful balance and finesse with a complexity in the nose and palate as well as subtle structure. It is an archetypal 2016 Bordeaux. We rated it 99 points.

MANY REGIONS REPRESENTED IN TOP 10 WINES OF 2019

The top 10 wines in our list show the diversity of greatness in the wine world today, with entries from Italy, Spain, Germany, France, New Zealand, Chile and Argentina. The top 20 cover much of the same as well as the United States and Australia.

This year, we traveled tens of thousands of miles (Nick traveled the most as he lives in Melbourne) and spent months in tastings, wineries and vineyards. It was tiring but it was great as well. It was really special for me to share some great tastings and visits with my son Jack, who is an accomplished and trusted taster in his own right. We love our jobs and we love great wine. We continue to look for wines that excite us and rate them accordingly. They are wines that have wonderful complexity and personality as well as drinkability and class.

Do we need to taste 25,000 wines in a year? No. But we end up doing so as we keep on traveling and tasting. The exploration never stops, even for a wine writer with 40 years of experience. There is just so much outstanding wine in the world right now. It is a Golden Age for winemaking. We pray it continues despite the current adversities in the world, in particular climate change — a topic we continue to try and cover in detail. However, 2019 was indeed a great year for great wines.

I hope you enjoy our list of the Top 100 Wines of 2019. I hope it inspires you to find a few of the wines and try them. I can’t wait to drink a few of them again!

#14 - CIACCI PICCOLOMINI D'ARAGONA BRUNELLO DI MONTALCINO PIANROSSO 2015

100/100

Lots of ripe and rich fruit with a decadent undertone of meat and spice that turns to pure fruit and licorice. Medium to full body, refined tannins and a fresh and bright finish. All about harmony. Better after 2021.

31 • 10 • 2019
Montalcino news

C’è il Brunello di Montalcino Pianrosso 2013 di Ciacci Piccolomini d’Aragona nella “Top 100 Cellar Selection” 2019 della rivista Usa “Wine Enthusiast”, la classifica che segnala ogni anno i vini del mondo che escono sul mercato, e che secondo i critici del magazine (l’Italian editor è Kerin O’Keefe) daranno il meglio di loro tra 10-15 anni. Il Brunello di Ciacci Piccolomini d’Aragona si piazza nella “top 10” ed è il terzo tra gli italiani dopo il Barbaresco 2016 di Castello di Neive e il Soave Classico Calvarino 2016 di Pieropan.

Scorrendo la graduatoria troviamo i grandi classici dell’invecchiamento del vino italiano, dal Barolo a Barbaresco, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano, dai Supertuscan all’Amarone della Valpolicella, per citarne alcuni, ma anche espressioni rossiste come il Chianti Rufina, il Gattinara e l’Etna, e territori bianchisti che, da anni, stanno lavorando per smarcarsi dal concetto di “vino d’annata”, e sposare sempre più quello della longevità, come Soave e Verdicchio.

29 • 10 • 2019
Montalcino news

Mancano ormai poche ore e poi scopriremo quale Brunello di Montalcino conquisterà il titolo di “Wine Of The Year 2019”, con la lista dei 100 migliori vini dell’anno che sarà pubblicata sul sito jamessuckling.com. Inizia il conto alla rovescia con l’annuncio che sarà dato a Pechino, al Rosewood Hotel, in occasione del “Great Wines of the World Grand Tasting”. Il Brunello, dunque, ha già vinto. James Suckling, suo figlio Jack e il senior editor Nick Stock hanno valutato oltre 25.000 vini viaggiando in quasi tutte le principali regioni vinicole del mondo. Il territorio che però si è contraddistinto spiccando sugli altri è stato quello del Brunello di Montalcino. Infatti l’annata 2015, per il Brunello (arriverà sul mercato il prossimo gennaio), è stata giudicata “storica” e sui 187 assaggiati ben 11 hanno raggiunto il punteggio top di 100. E adesso cinque di questi sono in corsa per il titolo di JamesSuckling.com Wine of the Year.

Ecco i contendenti: Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2015; Luce Della Vite Brunello di Montalcino 2015; Renieri Brunello di Montalcino 2015; San Filippo Brunello di Montalcino Le Lucére 2015 e Siro Pacenti Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2015.

Sul sito jamessuckling.com è possibile anche vedere i video e le interviste ai produttori. Tra poco sapremo quale sarà il Brunello “sulla vetta del mondo” ma un vincitore c’è già: è l’intero territorio di Montalcino che si conferma tra i simboli dell’enologia italiana.

 

15 • 10 • 2019
James Suckling

The 2015 vintage is a historical year for Brunello di Montalcino that nobody should miss. The wines show impressive precision of vivid fruit, fine tannins and freshness in acidity despite their ripeness and richness which makes them some of the most exciting in years.

The 2018 vintage is going to deliver some superlative Super Tuscans, while 2015 is one of the best years ever for Brunello di Montalcino and 2016 another hit for Barolo. These were our overall impressions from the inaugural En Primeur Firenze event, held on September 12, 2019, in Palazzo Capponi, Florence.

Since 2016, JamesSuckling.com has published annual reviews of the top Italian wines from barrel. However, this year’s tasting was the first of its kind to bring together a select number of Italian producers and vintners and Bordeaux negociants to sample and discuss the country’s most exciting unreleased labels. No doubt the arrival of three fabulous vintages to coincide with the debut occasion made En Primeur Firenze 2019 all the more historic.

“The quality of all the wines present is superb,” said Mathieu Chadronnier, head of CVBG. CVBG is one of the largest wine merchants in Bordeaux and sells wines from all over the world as well as from top chateaux through the region’s global distribution network.

Bordeaux negociants such as Chadronnier are selling more and more non-Bordeaux wines through the La Place de Bordeaux marketplace — from Chateauneuf and Burgundy to wines from California, Chile, Argentina and now Italy. They release new vintages of most of the top wines from outside Bordeaux in early September.

“This is a fantastic event,” said Pierre Antoine Casteja of Joanne, who attended the event and whose company is Bordeaux’s leading negociant. He noted how the wines of Italy (VIK from Chile was also on hand) are increasingly popular among international customers of the Bordeaux wine trade.

The 2018 vintage in Tuscany appears to have produced balanced and refined wines along the lines of 2005 or 2008. We tasted close to 100 Tuscan wines from the vintage and we were impressed by their freshness, fine tannins and clean and transparent fruit.

The 2018 vintage had a hot and sunny (but not extreme) growing season until September when intermittent rains arrived. Producers who picked at the right time were rewarded handsomely. Overly cautious producers who harvested early risked bringing in grapes that weren’t fully ripe, while others who waited too long had to contend with some dilution in the grape musts.

“We are really happy with the overall quality of our 2008s, which show a harmony and refinement compared to past vintages,” said Axel Heinz, the dynamic winemaker of Masseto and Ornellaia.

The 2015 Brunellos poured during the event were real standouts with superb structure and depth of fruit and tension. This is clearly one of the best years ever for the region and has all the makings of a modern classic. Check out our extensive report from two weeks ago.

“The 2015 is the best vintage of my career,” says Giancarlo Pacenti of Siro Pacenti. His Siro Pacenti Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2015 is one of the greatest wines of the vintage – 100 points. His, as with all 2015 Brunellos, will start to be released on the market next year.

The 2016 Barolos at the tasting were almost as impressive as the 2015 Brunellos and underlined the superb quality of 2016 following the great 2015 in Piedmont. The wines don’t have the opulence and density of the 2015 nebbiolos from the region, but they have excellent structure and length, highlighting how the 2016 growing season was slightly cooler than the 2015. The 2016 Barolos are clearly reds for aging. They will begin to be released in January 2020.

“Our 2016 Barolos are wines for the cellar,” said Barbara Sandrone of the high-flying winery of Sandrone. The structure and intensity of her reds from the 2016 vintage were impressive.

En Primeur Firenze 2019 concluded with a garden lunch in Palazzo Frescobaldi, just a one-minute walk from the magnificent Renaissance structure of Palazzo Capponi. The 200 attendees brightened the event with an electric energy, basking in the beauty of Florence and the outstanding quality of wines tasted. The event followed the JamesSuckling.com Magnum Party at Villa di Maiano the previous evening (check out the video). 

We are looking forward to next year’s events in Florence with trade and maybe even fans and followers of JamesSuckling.com. 

– James Suckling, CEO & editor, and Jack Suckling, contributing editor

 

CIACCI PICCOLOMINI D'ARAGONA BRUNELLO DI MONTALCINO PIANROSSO 2015

100

Lots of ripe and rich fruit with a decadent undertone of meat and spice that turns to pure fruit and licorice. Medium to full body, refined tannins and a fresh and bright finish. All about harmony. Better after 2021.

CIACCI PICCOLOMINI D'ARAGONA BRUNELLO DI MONTALCINO 2015

98

Extremely perfumed and decadent with dried flowers and spices and fresh mushrooms. Cherries,too. Full body. Solid core of fruit, yet ever so fine tannins. Goes on for minutes. Such beautifully crafted tannins. Drink after 2021.

12 • 10 • 2019
Montalcino news

La Granfondo del Brunello e della Val d’Orcia è partita e già da stamattina ha iniziato ad animare Montalcino. Una comitiva di circa trenta persone, in attesa della “classicissima” di domani, che spegne 30 candeline, hanno aderito al progetto delle Lady Bike, la nuova branchia al femminile del Team Orso on Bike. Stamattina l’escursione in due ruote, aperta a ogni tipologia di bici, ha portato il gruppo nelle cantine Ciacci Piccolomini, dove oltre alla visita non è mancato un piccolo ristoro per tutti. E, cosa importante, il ricavato della quota di partecipazione andrà a favore della Fondazione ricerca contro il cancro Umberto Veronesi. Una bella giornata di sport e di amicizia per un nobile fine. Un applauso agli ideatori dell’iniziativa.

11 • 10 • 2019
Montalcino news

Per sei giorni il Consorzio del Brunello ha ospitato giornalisti e sommelier nordamericani, che arrivati il 6 novembre e ripartiti oggi, hanno visitato le cantine di Terrasole, Cortonesi - La Mannella, Bellaria, Canalicchio di Sopra, Le Chiuse, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Poggio di Sotto, Altesino, San Felice, Castello Romitorio e Fattoria dei Barbi, cenando in due noti ristoranti del territorio.

I visitatori sono due canadesi, Christopher Sealy e Michael Godel, e due statunitensi, Cathrine Todd e Jeff Porter, tra i personaggi più influenti sulla scena americana del vino, direttore della Divisione Beverage del gruppo Bastianich e protagonista della serie televisiva Sip Trip, un viaggio nel mondo del vino italiano che ha fatto tappa anche a Montalcino. Porter, oltre agli episodi che lancerà negli Usa a novembre, ha anche pubblicato su YouTube i “Sip Trip Short”, brevi video che approfondisco una nozione legata al vino, informazioni riguardo le regioni visitate o abbinamenti cibo-vino. Il video di Montalcino vede Porter e il direttore di Kazen Wine Jesse Rodriguez in compagnia di Bernardino Sani (Argiano) mentre assaggiano i famosi “pinci”, così vengono chiamati i pici a Montalcino.

08 • 10 • 2019
Montalcino news

A Montalcino ormai siamo prossimi alla fine della vendemmia ma già si guarda con molta fiducia all’annata 2015 quella che entrerà sul mercato nel 2020. E che è stata promossa a pieni voti da James Suckling, critico tra i più influenti nel panorama enoico e che conosce molto bene il territorio di Montalcino, tanto da ricevere il 20 gennaio 2018 la cittadinanza onoraria. Dunque per Suckling la 2015 è un’annata destinata a rimanere nella storia e che “nessuno dovrebbe perdersi. I vini mostrano una impressionante precisione, nei frutti vividi, nei tannini eleganti, nella freschezza, nell’acidità, nonostante una grande maturità e ricchezza, caratteristiche che ne fanno una delle annate più interessanti da anni”. Non a caso sui 187 Brunello di Montalcino assaggiati in anteprima, 11 hanno raggiunto la perfezione dei 100/100 (record) e la metà si è aggiudicata punteggi superiori ai 95 punti. Sul sito www.jamessuckling.com è pubblicato il “ranking”, questi i primi undici elencati: Canalicchio di Sopra Brunello di Montalcino La Casaccia 2015, Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2015, Eredi Fuligni Brunello di Montalcino 2015, Giodo (Carlo Ferrini) Brunello di Montalcino 2015, Luce della Vite Brunello di Montalcino 2015, Renieri Brunello di Montalcino 2015, San Filippo Brunello di Montalcino Le Lucere 2015, San Polo (Allegrini) Brunello di Montalcino Vignavecchia 2015, Siro Pacenti Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2015, Talenti Brunello di Montalcino Piero 2015, Valdicava Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2015.

07 • 10 • 2019
Montalcino news

Le iscrizioni sono “schizzate” ad oltre 800. Manca ormai un mese a uno dei grandi eventi della mountain bike italiana, la Granfondo del Brunello e della Val d’Orcia marathon edition giunta all’edizione n.30. Il Team Orso on Bike ha preparato questo storico evento da oltre due anni, con molte iniziative collaterali, non soltanto sportive. Si parte con la cronoscalata a Rocca d’Orcia di venerdì 11 ottobre che aprirà la tre giorni di eventi. Il sabato mattina appuntamento con la facile passeggiata in bici con visita alle cantine Ciacci Piccolomini. La simbolica quota di iscrizione sarà interamente devoluta alla ricerca contro il cancro fondazione Umberto Veronesi. Nel pomeriggio apertura delle ultime iscrizioni al Teatro degli Astrusi e alle ore 15.30 la nuova escursione aperta esclusivamente alle ebike, guidata dalle Lady Bike, in giro per le vigne del Brunello, con sosta e visita alla cantine Caprili. Il tutto per circa 35 km, qui sarà inoltre possibile testare in anteprima le novità proposte dalla Ebikego.it. Verrà allestita una grande zona expo, non solo adibita al mondo della bike, ma con un corner dei sapori con la migliore gastronomia della Toscana, della Val d’Orcia e di Montalcino. Alla sera possibilità per tutti, accompagnatori compresi, di cene convenzionate nei caratteristici quattro quartieri di Montalcino. Alla domenica la Granfondo Marathon Edition: 3 percorsi per tutte le tasche, inclusi esordienti e allievi, e la possibilità di partecipare sul percorso classic con le ebike. La “Classicissima” sarà la prova conclusiva dell’Umbria Tuscany MTB, del Mountain Bike Tour Toscana e del Prestigio MTB e farà parte della combinata Docg con la Conquistadores Cup di Porto Azzurro in programma la domenica successiva. Tra le novità la nuova location di partenza, di arrivo, il doppio speaker: infatti oltre al confermatissimo Tiziano de Cristoforo, ci sarà la storica voce della granfondo del Brunello, Fabio Cecchi e altre piccole grandi sorprese da scoprire in questo week end d’autunno. La Granfondo del Brunello e della Val d’Orcia si colora di rosa. La trentesima edizione della “classicissima” vedrà in prima fila anche le Lady Bike, nuova branchia al femminile del Team Orso on Bike. Sabato 12 ottobre, infatti, dopo l’apertura della cronoscalata a Rocca d’Orcia, che a oggi conta già più di 50 iscritti, sarà una giornata ricca di iniziative. Al mattino, con ritrovo alle ore 10, e partenza alle 10.30, ecco la facile escursione aperta a ogni tipologia di bici che porterà tutti nelle cantine Ciacci Piccolomini, dove è prevista la visita e un piccolo ristoro per tutti. Adulti, ragazzi, uomini o donne questo divertente tour sarà importante perché il ricavato della quota di partecipazione (10 euro) andrà totalmente devoluto alla Fondazione ricerca contro il cancro Umberto Veronesi. A tutti i partecipanti sarà donato un simpatico omaggio. Info: Lucia (340-7118272) e Donatella (328-2731309).

Nel pomeriggio, oltre alla classica “MiniBrunello” per bambini sotto 12 anni, sarà organizzata una bella escursione (ore 14.30), aperta solo alle e-bike, di circa 35 km sulle colline di Montalcino che danno i natali al prestigioso Brunello di Montalcino. Anche qui non mancherà la visita delle cantine Caprili, dove è prevista una degustazione. Inoltre sarà anche possibile testare tutte le nuove ebike di tanti famosi marchi che esporranno in occasione della Granfondo.

Intanto le iscrizioni sono volate a oltre 900.

Per info: www.gfbrunello.it - bike@bikemontalcino.it

 

04 • 10 • 2019
James Suckling

The 2015 vintage is a historical year for Brunello di Montalcino that nobody should miss. The wines show impressive precision of vivid fruit, fine tannins and freshness in acidity despite their ripeness and richness which makes them some of the most exciting in years.

Winemakers in Montalcino were never better prepared to produce outstanding wines in a year like 2015 with their exactness in their vineyards and cellars from fine-tuned canopy management and crop thinning to optical sorting and soft fermentations. So many wine producers in Montalcino made excellent wines in 2015.

My son Jack and I have tasted 187 2015 Brunellos so far this year and the quality is terrific. We rated about half 95 points or more – classic quality. The wines will be officially available in the market beginning in January 2020. But we wanted to give you a preview of the best Brunellos from the vintage, with some already available on a pre-arrival basis from wine merchants.

“The words for the 2015 vintage are density, tannins and freshness,” says Roberto Guerrini, whose family owns Eredi Fuligni. He made the wine of his lifetime in 2015. We rated it 100 points. “The wines are rich, yet they are fresh at the same time. It is a great year.”

‘Depth of fruit and endless length’

As I wrote last month in a blog following a trip to Montalcino this summer, so many of the wines we tasted showed a beautiful depth of fruit and endless length. They are dense and rich wines with great structure of tannins yet they remain finely textured and comprehensive in the mouth. The seamless tannins seem to melt into the wine – a characteristic I have never seen in my 36 years visiting the area as a wine critic and journalist.

We admit that it is tempting to say that 2015 is Brunello di Montalcino’s best vintage ever, and it may very well be! It certainly compares to other great years of the appellation including 1997, 2006, 2007, and 2010. Looking at the ratings, 2015 comes very close to the average of the great 2010 vintage with about half of the wines receiving ratings of 95 points or more. The big difference is that 2015 has more perfect rated wines than 2010 – 11 in total.

Another important thing to remember is the high quality of the 2016 vintage. The Brunellos will be available in January 2021, a year after 2015. We only tasted a dozen or so 2016s and they were fantastic quality. But we have our doubts about whether the vintage will be better than 2015. Regardless, we clearly have two excellent back-to-back vintages.

“The 2010 was an amazing vintage but then came 2015 and 2016!” says Carlo Ferrini, one of Italy’s most respected consulting enologists who makes a small amount of his own Brunello from his pristine vineyards in southwest Montalcino called Giodo. “We will be debating which of the two years are better for years in the future.”

‘Balance and harmony’

Ferrini said that he thought 2015 and 2016 were better than the highly rated duo of 2006 and 2007 as the wines are more balanced and precise with better freshness. They are what great Brunellos should be today and set a new benchmark for wines from the region. “We were looking for more fruit and concentration in years like 2006 and 2007 and now we search for more balance and harmony in our wines,” he adds.

The growing season in 2015 was impressive. The winter and spring had plenty of rain to make up for the intense sun and heat during the summer. There was some rain in September before the harvest to freshen the vineyards. And as noted before, good vineyard management compensated for the hot weather during the growing season, and sorting out dried grapes at harvest was extremely important for making exceptional wines. Most producers harvested at the end of September or early October, which is a sign that it was not too hot and grapes had a chance to ripen properly.

“We had great hang time,” says Bernardino Sani, general manager at Argiano, which released a new single-vineyard Brunello in 2015 called Suolo. “We had a balanced summer despite the heat. We slowed maturity. We harvested the first week of October.”

This excellent hang time when the grapes are allowed to evenly ripen on the vine certainly delivered wonderful wines. Nearly all the 2015 Brunello shows complex and beautiful aromas. It is not just ripe fruit when you stick your nose in the glass. The palates of the best show such fine-grained tannins. This wonderful harmony in the nose and palate makes the wines so approachable that you want to drink them now.

However, these are Brunellos that will age beautifully for decades ahead making them historical in every sense of the word.

– James Suckling, CEO and editor, with reporting from Jack Suckling

CIACCI PICCOLOMINI D'ARAGONA BRUNELLO DI MONTALCINO PIANROSSO 2015

100

Lots of ripe and rich fruit with a decadent undertone of meat and spice that turns to pure fruit and licorice. Medium to full body, refined tannins and a fresh and bright finish. All about harmony. Better after 2021.

CIACCI PICCOLOMINI D'ARAGONA BRUNELLO DI MONTALCINO 2015

98

Extremely perfumed and decadent with dried flowers and spices and fresh mushrooms. Cherries,too. Full body. Solid core of fruit, yet ever so fine tannins. Goes on for minutes. Such beautifully crafted tannins. Drink after 2021.

 

09 • 09 • 2019
Montalcino news

Le iscrizioni sono “schizzate” ad oltre 800. Manca ormai un mese a uno dei grandi eventi della mountain bike italiana, la Granfondo del Brunello e della Val d’Orcia marathon edition giunta all’edizione n.30. Il Team Orso on Bike ha preparato questo storico evento da oltre due anni, con molte iniziative collaterali, non soltanto sportive. Si parte con la cronoscalata a Rocca d’Orcia di venerdì 11 ottobre che aprirà la tre giorni di eventi. Il sabato mattina appuntamento con la facile passeggiata in bici con visita alle cantine Ciacci Piccolomini. La simbolica quota di iscrizione sarà interamente devoluta alla ricerca contro il cancro fondazione Umberto Veronesi. Nel pomeriggio apertura delle ultime iscrizioni al Teatro degli Astrusi e alle ore 15.30 la nuova escursione aperta esclusivamente alle ebike, guidata dalle Lady Bike, in giro per le vigne del Brunello, con sosta e visita alla cantine Caprili. Il tutto per circa 35 km, qui sarà inoltre possibile testare in anteprima le novità proposte dalla Ebikego.it. Verrà allestita una grande zona expo, non solo adibita al mondo della bike, ma con un corner dei sapori con la migliore gastronomia della Toscana, della Val d’Orcia e di Montalcino. Alla sera possibilità per tutti, accompagnatori compresi, di cene convenzionate nei caratteristici quattro quartieri di Montalcino. Alla domenica la Granfondo Marathon Edition: 3 percorsi per tutte le tasche, inclusi esordienti e allievi, e la possibilità di partecipare sul percorso classic con le ebike. La “Classicissima” sarà la prova conclusiva dell’Umbria Tuscany MTB, del Mountain Bike Tour Toscana e del Prestigio MTB e farà parte della combinata Docg con la Conquistadores Cup di Porto Azzurro in programma la domenica successiva. Tra le novità la nuova location di partenza, di arrivo, il doppio speaker: infatti oltre al confermatissimo Tiziano de Cristoforo, ci sarà la storica voce della granfondo del Brunello, Fabio Cecchi e altre piccole grandi sorprese da scoprire in questo week end d’autunno.

14 • 08 • 2019
Montalcino news

Saranno 15 i produttori di Brunello invitati alla prestigiosa “New York Wine Experience” firmata Wine Spectator, uno degli appuntamenti del vino più importanti e attesi negli Stati Uniti, mercato n. 1 del vino mondiale ed italiano, di scena dal 17 al 19 ottobre nella Grande Mela. L’attenzione in particolare andrà, i primi due giorni, al Critics’ Choice Grand Tasting, dove parteciperanno 11 cantine di Montalcino (Altesino, Banfi, Biondi Santi, Carpineto, Casanova di Neri, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Fattoria dei Barbi, Fuligni, Il Poggione, Siro Pacenti e Valdicava) a cui si aggiungono 4 produttori di Brunello: Gaja, Antinori, Frescobaldi e Allegrini. In tutto sono 57 le cantine italiane selezionate, con molti dei nomi più importanti del Belpaese, il più amato nei calici dei winelovers americani.

31 • 07 • 2019
la madia

Di Luca Furzi

 

Come ben sappiamo, l’annata 2014 è stata un’annata particolare, considerata non delle migliori almeno sulla carta.

 

Il bollettino recita: un inverno caldo e piovoso, una primavera mite con poche precipitazioni e un mese di agosto con piogge e temperature notevolmente sotto la media.

 

Proprio per questo i produttori di Brunello hanno avuto vita dura sia sui campi che in cantina per ottenere sempre il solito grande standard qualitativo che per Montalcino è alla base di tutto.

 

Ho assaggiato alcuni Brunelli, alcuni dei miei preferiti, così da potervi raccontare la mia idea di questo millesimo.

 

Ciacci Piccolomini d’Aragona: Al naso frutti di bosco ben maturi, un’elegante nota balsamica e lievemente tostata chiude la parte olfattiva. Al primo sorso note di   sottobosco e frutti a bacca piccola cedono il passo a una bocca morbida e strutturata. Il secondo sorso lascia spazio a ciliegia, tabacco e un ricordo di chiodi di garofano. Una bella acidità e sapidità rendono il vino complesso dove il tannino è ben controllato fine e persistente. 93/100

31 • 07 • 2019
Robert Parker

By Monica Larner

This is my third and last installment of Brunello coverage for the year. On January 31st, I published my earliest-ever report on Brunello di Montalcino; I mention this because the wines are released on January 1st every year, and my deadline to make that issue was under one week later. That’s an impossibly tight turnaround for those first 100 wines tasted and reviewed. You can read those notes and my vintage comments here. One month later, on February 28th which is my usual publish date for this report, I posted the remaining 173 notes based on samples that had been collected by the Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. That second grouping of wines can be accessed here.

This smaller grouping of 45 reviews includes the wines that I did not previously have access to as well those estates who opt to release their new vintages a bit later than their peers. There are a few exciting older vintages thrown in here for good measure. Because I’ve already published my impressions of the vintage, I’m going to use this space for a little photo essay with shots from my tasting trip in Montalcino this past spring, just as the first signs of bud break started to appear in the vineyards.

Tasting Tour of Montalcino, Day 3

My last visit on this trip to Montalcino was with cycling, wine and Jack Russell-enthusiast Paolo Bianchini of Ciacci Piccolomini d’Aragona. His delightful children Alex and Ester joined us. Both work at the estate, in logistics and public relations, respectively. Paolo is co-owner of the estate with his sister Lucia.

We tasted through the new releases, but because many of those wines were already published in January, I only included a review of the 2017 Rosso di Montalcino here. We toured the historic cellars, and I jumped into an off-roading vehicle with Paolo (and Tappo, of course) to tour the vineyards and the surrounding countryside on a lovely, crisp early-spring afternoon. Tappo spotted a few roe deer looking for growth to munch on in the vineyard and Paolo was very grateful that his barking was enough to frighten them off.

Paolo Bianchini, co-owner of Ciacci Piccolomini d’Aragona, is also a champion cyclist. His property (located beyond the town of Castelnuovo dell’Abate) covers a stunning 220 hectares, of which 55.5 hectares are planted to vines. The vineyards open onto a beautiful panorama of Monte Amiata and the Orcia River Valley.

The Bianchini family story is right out of a fairy tale. Paolo’s father Giuseppe worked as the head farmer for the Countess Elda Ciacci. The countess had become owner of the estate following her marriage to Count Alberto Piccolomini d’Aragona. Without a succession plan in place, the countess left the entire property to her most-trusted employee, Giuseppe. He had proven his worth and earned her trust. She bequeathed the Ciacci Piccolomini d’Aragona Palace and the surrounding lands to him. The Bianchini family produced its first commercial bottles of wine in 1990, but the name of the estate remained unchanged as a symbol of gratitude to the countess, their benefactor.

15 • 07 • 2019
Montalcino news

Il Brunello di Montalcino, annata e Riserva, della Tenuta Greppo di Biondi Santi e il Case Basse di Gianfranco Soldera (sia nella versione Igt che Brunello di Montalcino, ultima annata la 2006) sono tra i vini italiani più ricercati nel mondo in questa prima metà del 2019, secondo l’aggiornamento della classifica di Wine-Searcher, il più grande motore di ricerca di prezzi e quotazioni dei vini, che elabora ogni giorno oltre 1 milione di ricerche su 400.000 etichette diverse. Lo riporta il sito Winenews.it.

Guardando alla classifica dei vini italiani più costosi, invece, al top assoluto c’è il Barolo Le Rocche di Castiglione Falletto di Bruno Giacosa, che viaggia ad un prezzo medio di 1.190 euro, seguito a distanza dal Masseto, a 675 euro, e dal Brunello di Montalcino Riserva Case Basse di Gianfranco Soldera a 662, mentre il Toscana Igt dello stesso produttore recentemente scomparso è ai piedi del podio, con 508 euro in media a bottiglia. Posizione n. 5, invece, per il Brunello di Montalcino Riserva di Biondi Santi, a 497 euro.

Tra i campioni del rapporto qualità-prezzo, secondo Wine-Searcher, c’è il Brunello di Montalcino Pian Rosso di Ciacci Piccolomini d’Aragona (94 punti e 61 euro).

12 • 06 • 2019

Secondo una votazione fra 100 giornalisti internazionali l’impresa di Coppi nella famosa tappa dei 5 colli, la Cuneo-Pinerolo del 10 giugno 1949, rimane il momento più alto nella storia del Giro d’Italia.

Se a Pinerolo ci sei nato, se anche nel 2019 hai respirato l’aria del Giro d’Italia grazie al patron locale, l’imprenditore Elvio Chiatellino a cui ogni tanto viene voglia di “farsi un Giro o, detta alla francese, un Tour”, se sei alla guida di un’associazione che negli anni si è distinta per gli approcci non convenzionali alle degustazioni di vini, ecco che allora nasce “Giro il Calice”.

Ovvero 5 vini da Maglia Rosa per sottolineare con una degustazione sui generis l’omaggio a Fausto Coppi settant’anni dopo quell’impresa.

Nel gremito salone Passet e alla presenza di due illustri ospiti d’onore come il giornalista e scrittore Beppe Conti e il patron locale del grande ciclismo Elvio Chiatellino, la serata ha avuto un avvio emozionante con le immagini che hanno riproposto le gesta eroiche di quella tappa. Quel giorno aveva soli 6 anni Carlo Gremo, presente in sala e commosso nel risentire la lettura de “Il bambino e il campione”, racconto che lui stesso ha scritto ricordando la Cuneo-Pinerolo. Letture che hanno accompagnato i tratti salienti della serata, diventando incantata poesia grazie alla magistrale interpretazione delle ragazze della Laav (Letture ad alta voce).

Poi tutti in sella per la prima tappa, si va sulle alture di Trento, dove Francesco Moser, cresciuto in una famiglia contadina, una volta smessi i panni del ciclista campione, è tornato alla terra e ha creato prima con il fratello e ora anche con figli e nipoti una cantina di assoluta eccellenza nel contesto del Trento Doc, il Maso Warth, che è anche un Museo del Ciclismo e una deliziosa residenza di vacanza.

Note floreali e mielose, frutta secca, poi una piacevole beva cremosa che apre con suadente dolcezza per poi volutamente lasciare spazio a sfumature minerali nel contesto di una freschezza generale: tutto questo è 51,151, mieloso valzer di bollicine. Vino dedicato al suo record dell’ora, è uno spumante Metodo Classico ottenuto da sole uve chardonnay coltivate nell’area di Palù di Giovo in Val di Cembra: una bollicina con la quale i Moser conquistano l’ennesima Maglia Rosa di famiglia grazie a una ricercatezza produttiva che non è frutto solo della qualità delle uve coltivate, ma deriva anche dalle sfumature di una vinificazione che dà spazio a un leggero affinamento in legno prima della rifermentazione (solo il 10% del vino base e comunque in botte grande) e a una lunga sosta sui lieviti di almeno 30 mesi.

Nel frattempo Beppe Conti che a Moser è legato da profonda amicizia e ne ha seguito tutte le imprese come inviato speciale, ci delizia con aneddoti sul campione e sulla storica rivalità con Beppe Saronni, sulla quale ha anche scritto un libro, intitolato “Duello Infinito”.

Se Moser non è mai stato corridore da corse a tappe, al punto da conquistare una sola volta il Giro d’Italia, rimane pur sempre il ciclista italiano con il maggior numero di successi e adesso è anche grande interprete del mondo del vino: più che logica quindi la sua presenza, quasi a prendersi la rivincita a Pinerolo su Beppe Saronni, che invece su quel traguardo si aggiudicò in volata la riedizione del tappone dei 5 Colli nel Giro d’Italia del 1982.

La seconda tappa è invece un omaggio al Rosa del Giro d’Italia: 102 edizioni di Amore Infinito sulle strade di tutta Italia perchè Beppe Conti ci ricorda che “Il Giro è come il Festival di Sanremo, un fenomeno sociale del nostro Paese”. E ripercorrendo la storia di quali siano state le Maglie Rosa più emozionanti, ecco che anche il bicchiere si colora di riflessi e sfumature rosa e l’animo si predispone a vivere un brivido fresco: al naso e al palato, con estrema coerenza, arrivano note leggere, profumate, davvero deliziose. Sono quelle del Five Roses Anniversario di Leone de Castris, negroamaro (80%) e malvasia nera (20%) che ci portano in Salento: melone, mango, rosa, anice, sono ben più di un richiamo alla voglia di estate, cantata anche dai Negramaro nel brano che accompagna la degustazione.

Quale altro rosato potevamo accostare alla Maglia Rosa se non quello considerato da anni il più famoso d’Italia, il primo rosè ad essere stato imbottigliato nel nostro Paese già nel 1943 da “Don Pierino” per gli Alleati Americani, vino che poi è diventato talmente celeberrimo da aver contribuito in maniera determinante alla crescita dell’azienda salentina, divenuta oggi una delle più note cantine italiane nel mondo e non solo più per i vini rosati grazie ai quali aveva conquistato la fama.

A proposito di Rosa Elvio Chiatellino ne approfitta per ribadire che ad Armstrong e Contador lui restituisce le vittorie perchè “conta il verdetto ottenuto sul campo e se ci addentriamo nei discorsi sul doping non ne veniamo più fuori, anche perchè come valutare allora tutti quei grandi che hanno vinto prima che venisse introdotto l’antidoping, a cominciare da Anquetil che rifiutò sempre ogni controllo?

Terza tappa con “Il primo dei più grandi”, così si intitola il libro dedicato da Beppe Conti a Fausto Coppi. E’ il momento tanto atteso del Timorasso Fausto, il vino proclamato pochi giorni fa dalla rivista americana Forbes “miglior bianco d’Italia”. E’ il momento dell’emozione più forte, perchè quel vino lo produce Francesco Bellocchio che di Fausto Coppi ne è il nipote, essendo figlio di Marina Coppi a cui ha voluto dedicare il nome della cantina.

Un “bianco autoctono con l’anima di un rosso, che ricorda le donne di Botero per l’elegante opulenza” così lo descrive Gianni Mura su Repubblica.

Terreni calcarei ricchi di fossili – non per nulla l’era geologica definita Tortoniana trae il nome proprio da queste colline e il paese limitrofo a Castellania, il paese di Coppi, si chiama S. Agata Fossili; un vitigno, seppur raro e poco noto, fra i più importanti che il Piemonte possa vantare; una attenzione quasi maniacale alle tecniche colturali (praticamente in regime bio); una scelta ben precisa di vinificazione che avviene esclusivamente in acciaio, con una sosta di 9 mesi sulle fecce e poi ben 18 mesi in bottiglia, che è il “miglior contenitore per mantenere integre le caratteristiche di un prodotto quando è ancora vivace” dice Bellocchio.

Le note agrumate, i profumi di fiori bianchi, ben presto lasciano campo alle complessità minerali, a sentori di idrocarburi riconducibili solo ad alcuni grandi vini bianchi stranieri come i Riesling o i Pouilly Fumè. Il palato è una trama fitta, c’è struttura, calore, lunghezza, ma soprattutto eleganza, morbidezza, inaspettate in un bianco che non tocca il legno.

Un vino e una storia che ci fanno pensare che il dna del campionissimo sia ben presente anche nel nipote, che con la medesima caparbietà e determinazione del nonno ha saputo raggiungere il successo seppure in un settore completamente diverso. Un vino che ci fa dire di nuovo “un uomo solo al comando” e che non deve il prestigio al nome a cui è legato, quasi come se Francesco Bellocchio a un certo punto della sua vita avesse voluto dimostrare al mondo di non essere solo “il nipote di”, con la sua coraggiosa scelta ad inizio anni Duemila di lasciare la comoda vita della grande città (Milano) e del lavoro in ufficio per dare vita a un progetto solo suo e della moglie Anna.

Fa tutto praticamente da solo, dal lavoro nei vigneti alla cantina, “perchè non sono fatto per stare dietro a una scrivania”, mi dice scendendo dal trattore su cui l’ho trovato quando qualche giorno fa sono andato a trovarlo in cantina per ritirare le bottiglie della serata.

Paradosso vuole che malgrado il successo del Timorasso la produzione principale nel Tortonese resti quella dei vini rossi, in primis la barbera e anche Vigne Marina Coppi si adegua al contesto, pur con una produzione complessiva davvero artigianale, solo 25.000 bottiglie fra bianchi e rossi, numeri da serata classica di Viva il Vino!

A parlare di Fausto Coppi ciclista e uomo non basterebbe una serata, quindi aldilà di qualche aneddoto l’occasione è invece propizia per un divertente siparietto fra i due ospiti, perchè se per Beppe Conti il primo dei più grandi è appunto il campionissimo, per Elvio Chiatellino in cima alla classifica ci sta invece Eddy Merckx. Ognuno difende coi denti la propria idea, “ne discuto da sempre con l’amico Beppe” dice Chiatellino, che alla fine però ammette: “Il mio maestro è lui“.

E d’altronde i dualismi da sempre hanno dato vivacità al mondo del ciclismo, ma non solo, perchè anche gli appassionati di vino non scherzano quando si tratta di mettersi a discutere sulla classifica dei più grandi.

Ecco perchè la quarta e la quinta tappa sono state proposte in parallelo, con la degustazione – questa volta alla cieca – dei due vini rossi protagonisti del più classico fra i dualismi italiani in tema di vino: Barolo e Brunello, Piemonte e Toscana.

E la platea nel voto per alzata di mano si divide, ma poi come spesso succede nelle nostre serate la vittoria va al vino fuori Regione e quindi in questo caso a “Bartali”, che stacca (non certo però di 12 minuti) “Coppi”, arrivando primo sul traguardo di Pinerolo.

Chissà cosa avrebbero detto i due principali protagonisti di quella tappa, Bartali e Coppi, quel giorno, a sapere che 70 anni dopo si sarebbero “ritrovati” a rivivere la sfida nel salone del Veloce Club  che nel 1949 vide l’organizzazione della Cuneo-Pinerolo, indossando questa volta i panni di due vini?

Con le loro personalità così diverse è quasi automatico pensare che Bartali, il toscanaccio  verace, possa essere un Brunello di Montalcino, mentre il più riservato e austero piemontese Coppi faccia pensare al Barolo. Sarà pura suggestione (o follia), ma è quanto poi abbiamo davvero riscontrato nel bicchiere: entrambi vini eleganti, entrambi vini di gran classe, ma più aperto, più diretto, più piacione il “Bartali”, mentre più bisognoso di tempo, più austero, più vino understement il “Coppi”.

Nei panni di Bartali c’era il Brunello di Ciacci Piccolomini d’Aragona, magistrale interprete della zona a sud-est di Montalcino, quella di Castelnuovo dell’Abate, a poche centinaia di metri dall’incantevole Abbazia di Sant’Antimo.

Qui le temperature più elevate, meno piogge, terreni più aridi, viti più rustiche, contribuiscono ad ottenere un Brunello più robusto, più caldo e quindi anche più pronto rispetto a quelli delle altre zone. Lo stile è quello classico: vinificazione in vasche di acciaio e cemento, maturazione di almeno 24 mesi in botti da 20 hl a 75 hl e infine 8 mesi in bottiglia.

Il Brunello di Paolo Bianchini e di sua sorella Lucia è quello che si può definire semplicemente un grande vino: profumi intensi non solo di marasca, ma anche di tabacco e caffè, in bocca è estremamente caldo e morbido, mentre la freschezza e i tannini in evoluzione che comunque ci sono, sanno stare al loro posto senza prevaricazione. La scia finale mentolata aumenta la voglia di sorsi successivi e in un amen il Brunello svanisce dal bicchiere: peccato!

Paolo Bianchini al ciclismo è legato da una passione pari a quella del vino, ha corso da dilettante arrivando a un passo dal professionismo, ora ha creato un team che fra le altre cose non si perde un’edizione della Eroica di Montalcino, in cantina ha dato vita a un Museo del Ciclismo di grande valore, con bici, cimeli e maglie storiche di grandi campioni del passato, molti dei quali sono anche grandi amici, come per esempio proprio Francesco Moser. Ha dato vita al progetto Brunello Bike, che prevede non solo la visita al Museo, ma anche una visita della cantina con annessa degustazione e anche un’area riservata con doccia e servizi, a disposizione di tutti gli appassionati che vanno a pedalare sulle polverose strade della Eroica di Montalcino.

Chi meglio del suo vino poteva quindi interpretare Bartali?

Coppi invece lo abbiamo fatto fare al Barolo Lecinquevigne di Damilano, intanto perchè il Barolo è indubbiamente il Coppi dei Vini italiani e poi perchè i Damilano, nota famiglia di imprenditori piemontesi, proprietari di una delle più storiche e famose cantine di La Morra, da quest’anno sono diventati anche sponsor ufficiale del Giro d’Italia attraverso l’acqua minerale Valmora, acqua ufficiale del Giro.

Lecinquevigne è frutto di vigneti collocati in 5 diversi comuni della denominazione e non ha quindi le caratteristiche di un singolo cru (a differenza degli altri Barolo dei Damilano), ma è un ottimo testimonial dell’intero terroir di Langa, di cui segue la tradizione con una vinificazione in acciaio e una maturazione di due anni in botti grandi, con un successivo affinamento di un anno in bottiglia.

Il risultato è quello che ci si aspetta dal più nobile dei vini italiani: eleganza nei profumi, dove le note di viola si intercalano con i più evoluti sentori di cuoio e tabacco, un sapore avvolgente con gusto lungo e persistente, ma con una freschezza e un tannino che se da una parte ci garantiranno un vino ancora più straordinario lasciandolo ad aprirsi nel bicchiere o meglio ancora a riposare per ancora qualche anno in cantina, nell’istante invece lo rendono più austero del Brunello.

Alla fine la liason fra ciclismo e vino è stata tutt’altro che forzata, il commento sui social di Valeria, una delle partecipanti, ci rinfranca: “Bella serata. Vini di altissimo livello, storie di uomini che a loro modo hanno fatto la storia ed emozioni di uomini e donne che la storia la vogliono ricordare e vivere sempre”.

E mentre si esce, con l’ultima lettura tratta da “Giuro che non avrò più fame” di Aldo Cazzullo e poi sulle note degli Stadio con “E mi alzo sui pedali” dedicate al Pirata Marco Pantani, approfittando della mezza promessa di Elvio Chiatellino: “Magari un Giro mi viene ancora voglia di farlo”, viene anche a me da fare una mezza promessa: magari un altro Giro di Calice mi viene ancora di pensarlo!

Qui la FOTOGALLERY della serata a cura di Dario Costantino, fotografo de L’ECO DEL CHISONE, media partner dell’evento e importante apportatore di contenuti e idee attraverso il capo-redattore sportivo Aldo Peinetti, altro grande appassionato ed esperto di ciclismo

27 • 05 • 2019
Montalcino news

Sono stati circa 1.500 i partecipanti ad Eroica Montalcino, un numero importante con una “robusta” presenza straniera e i 4 continenti tutti rappresentati. L’arrivo, in Piazza del Popolo, con i ciclisti in riserva di energia ma dal volto soddisfatto, è stata un’immagine che sintetizza bene lo spirito di questo evento: sudore, fatica, passione, amicizia, bellezza. Non contano i tempi, non c’è una classifica, c’è solo la voglia di essere protagonisti di una grande e genuina festa. E il maltempo di ieri, con pioggia e fango, ha reso bene l’idea del gusto dell’impresa.

Tutta Montalcino è stata coinvolta e anche per la nostra cittadina è stata una vetrina importante: centro storico addobbato a festa, vetrine a tema (a proposito il concorso è stato vinto dall’enoteca “Vino al Vino” che ha preceduto l’alimentari de “Le Citte” e il negozio “La Sfinge”), ristoranti che hanno messo in mostra la loro creatività con il piatto “Eroico”. E poi i Quartieri, protagonisti della cena del sabato che è stata molto apprezzata, i volontari, gli sponsor montalcinesi, le squadre di Ciacci Piccolomini d’Aragona, Poggio alle Mura (Banfi) e del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, l’entusiasmo dei giovani e quel bellissimo corteo con biciclette e abiti vintage che hanno regalato un bel colpo d’occhio. L’ospite di quest’anno, un grande campione come Damiano Cunego, ha impreziosito ulteriormente questa edizione con il ciclista veronese che ha partecipato al percorso di 46 km, quello legato strettamente al territorio e ai vigneti di Montalcino.

“Eroica è una magia - sottolinea soddisfatto Franco Rossi, vicepresidente di Eroica Italia - che trasforma una brutta giornata di pioggia in una splendida avventura da ricordare per tutta la vita. Anche noi che abbiamo lavorato tanto a questo evento siamo affaticati ma vedere i sorrisi dei ciclisti all’arrivo, nonostante il fango che ne ha coperto i contorni e la fisionomia, ripaga dei tanti sacrifici. Siamo molto felici di questa edizione di Eroica Montalcino”. “Una giornata fantastica”, ha detto l’ideatore de L’Eroica Giancarlo Brocci. Strade bianche, Montalcino, unione e impegno. Oltre alla magia dei ciclisti che prendono alla lettera la filosofia “eroica”. Eroica Montalcino è in salute e ha davanti un futuro roseo.

23 • 05 • 2019
Montalcino news

E il Brunello, ancora una volta, si guadagna i riflettori nazionali. Il 21 maggio, durante la 10° tappa del Giro d’Italia da Ravenna a Modena, su Eurosport i telecronisti hanno fatto riferimento ad un episodio, risalente al 2013. Quell’anno i campionati del mondo di ciclismo si disputarono a Firenze (vinse Rui Costa, Nibali arrivò 4°) e la nazionale belga, piena di campioni come Philippe Gilbert e Greg Van Avermaet, si riunì una sera in un ristorante fiorentino, stappando alcune bottiglie pregiate come il Brunello di Montalcino di Ciacci Piccolomini d’Aragona. Non è la prima volta che la cantina di Paolo e Lucia Bianchini viene menzionata dagli sportivi. L’ultimo esempio arriva dal loro amico Daniele Bennati, che di recente ha svelato la sua passione per il Brunello di Montalcino.

05 • 04 • 2019
Montalcino news

Dalla collaborazione di due famiglie che hanno contribuito a fare la storia del vino, con l’intento di consolidare il felice rapporto commerciale e l’amicizia che si è creata in 15 anni, nasce “385”, un vino creato da Ciacci Piccolomini d’Aragona e Gruppo Meregalli attraverso le loro aziende di produzione, rispettivamente a Montalcino e in Maremma (Tenuta Fertuna), che sarà presentato in anteprima al Vinitaly 2019 negli stand delle due aziende per poi essere messo in commercio dal 1 maggio (60.000 bottiglie).

385 IGT Toscana Rosso è un vino che affonda la radici nello storico Sangiovese, l’uva più rappresentativa della regione, ma con un taglio più moderno grazie alla miscelazione con altre uve prodotte dalle due cantine, Merlot (20%), Ciliegiolo (10%) e Syrah (10%). A collaborare nel progetto, assieme a Alex Bianchini e Paolo Rivella, l’enologo Maurizio Castelli.

Il nome, 385, rappresenta i metri sopra il livello del mare dove ha sede la società, precisamente a Castelnuovo dell’Abate (Montalcino), nel palazzo Vescovile del XVII secolo, indirizzo storico di Ciacci Piccolomini d’Aragona.

26 • 03 • 2019
Montalcino news

Abbiamo già parlato di Long Live Brunello,l’iniziativa di 35 cantine di Montalcino che hanno deciso di unirsi e di valorizzare le vecchie annate, antecedenti alla 2007. L’evento si terrà dal 21 al 23 giugno nel Complesso di Sant’Agostino, negli spazi che accolgono, tra l’altro, anche Benvenuto Brunello. Svelata la line up, sono 35 le aziende che hanno aderito a Long Live Brunello: Argiano, Baricci, Canalicchio di Sopra, Caparzo, Caprili, Casanova di Neri, Castiglion del Bosco, Cerbaiona, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Col d’Orcia, Cupano, Gianni Brunelli, Il Marroneto, Il Palazzone, La Fiorita, La Magia, Le Chiuse, Le Potazzine, Le Ragnaie, Mastrojanni, Pian dell’Orino, Pieve Santa Restituta, Podere Le Ripi, Podere Salicutti, Poggio di Sotto, San Filippo, Sanlorenzo, San Polino, Sesti, Siro Pacenti, Stella di Campalto, Tassi, Uccelliera, Val di Suga, Valdicava. Il programma, ancora in fase di definizione, prevede due scenari: i Chiostri di Sant’Agostino, che accoglieranno la cena di gala del 21 giugno e i tasting (riservati a 150 persone) il 21 e il 22 giugno, e la Fondazione Bertarelli, il 23 giugno. Quel giornosi terrà un’asta enoica benefica in collaborazione con la casa d’aste Gelardini & Romani.

 

21 • 03 • 2019
Montalcino news

Il 24 marzo, durante la Festa del Tartufo Marzuolo, nel Castello di San Giovanni d’Asso saranno presentate le nuove divise di “Lady Bike”, la divisione femminile di Orso On Bike nata pochi mesi fa “quasi per caso”, racconta alla Montalcinonews l’ideatrice del progetto, Donatella Meloni. Una quindicina di donne, di Montalcino e Castelnuovo dell’Abate, unite dalla passione per la bicicletta. Meloni, per esempio, ne ricevette una lo scorso anno per il suo compleanno, e da allora ha cominciato a girate il territorio con le sue amiche. “Una sera, a cena, ci siamo chieste: ma perché non facciamo un gruppo di donne? Il giorno dopo l’ho creato su Whatsapp, e l’ho chiamato Lady Bike. Sta piacendo molto, per adesso siamo una quindicina ma contiamo di crescere ancora”. E anche se le bici sono assistite.

Il 17 marzo Lady Bike ha fatto un’escursione a Castiglione della Pescaia, sette giorni dopo toccherà a San Giovanni d’Asso, 35 chilometri intorno alle Crete Senesi (partenza alle ore 9, organizzata da Orso On Bike, aperto a tutti). Poi, nel pomeriggio, ecco la presentazione delle maglie ufficiali, realizzate grazie al contributo di Ciacci Piccolomini d’Aragona, che vanta già un’associazione sportiva dilettantistica, la Asd Ciacci Piccolomini d’Aragona-Brunello Bike.

Ma non è finita qui, perché ad ottobre le ragazze di Lady Bike hanno in mente un’iniziativa benefica nel trentennale della Granfondo del Brunello, mentre il 6 aprile scenderanno a Massa Carrara per consegnare un assegno ad Alex Zanardi e sostenere il progetto O3 (portare tre atleti ai Giochi Paralimpiadi di Tokyo 2020). Paolo Bianchini e Mauro Zanca, proprietario e direttore commerciale di Ciacci Piccolomini d’Aragona, lo scorso anno ci arrivarono in bici, 200 chilometri partendo da Montalcino. “Noi invece credo che ci andremo in furgone”, scherza Meloni.

14 • 03 • 2019
Montalcino news

Dopo le tappe a New York e Montalcino e in attesa di Vinitaly (Verona, 7-10 aprile), tra pochi giorni il Brunello di Montalcino atterra in Germania, più precisamente a Düsseldorf, dove dal 17 al 19 marzo si tiene l’edizione n. 25 di ProWein, fiera internazionale dei vini e liquori il cui accesso è riservato solo agli operatori del settore. Allo stand del Consorzio del Brunello (Padiglione 16 stand F51) ben 41 cantine di Montalcino offriranno i loro nuovi vini in uscita: Brunello di Montalcino 2014, Brunello di Montalcino Riserva 2013, Rosso di Montalcino 2017, Moscadello e Sant’Antimo.

Parallelamente, alcune aziende del Consorzio prenderanno parte al seminario di approfondimento condotto da Christian Eder, che si terrà domenica 17 marzo (ore 14.15) presso lo stand Vinum (Padiglione 14 stand C61). Questo l’elenco delle aziende partecipanti al seminario ed i vini in degustazione: il Brunello di Montalcino Pianrosso 2013 di Ciacci Piccolomini d’Aragona, il Brunello di Montalcino 2014 di Col d’Orcia, il Brunello di Montalcino Riserva 2013 di Donatella Cinelli Colombini, il Brunello di Montalcino Vigna Le Macchiarelle Riserva 2013 di Fanti, il Brunello di Montalcino 2014 de La Magia, il Brunello di Montalcino Riserva 2013 di SassodiSole e il Brunello di Montalcino 2014 di Tenuta Buon Tempo.

Focus: le cantine di Montalcino presenti a ProWein 2019

Argiano, Barbi, Bartoli Giusti Tenuta Comunali, Capanna, Caprili, Casanova di Neri, Castello Romitorio, Castello Tricerchi, Castiglion del Bosco, Cava d’Onice, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Col di Lamo, Col d’Orcia, Cortonesi - La Mannella, Donatella Cinelli Colombini, Fanti, Fattoria La Lecciaia, Ferrero, Fornacina, Fossacolle, Il Poggione, La Fiorita, La Magia, La Palazzetta, La Poderina, Lisini, Loacker Corte Pavone, Mastrojanni, Matè, Mocali, Padelletti, Pinino, Podere Le Ripi, Poggio Antico, Ridolfi, SassodiSole, Tenuta Buon Tempo, Uccelliera - Voliero, Ventolaio, Villa I Cipressi, Villa Poggio Salvi.

22 • 02 • 2019
Montalcino news

“Madre Natura non si è trattenuta nel 2014 ed ha creato condizioni di crescita estremamente difficili per i produttori di Montalcino, portando molti a confrontare il 2014 con il diluvio del 2002 (…). Raggiungere buoni risultati è dipeso quasi interamente dai produttori”. Kerin O’Keefe, italian editor del magazine Usa Wine Enthusiast, ha commentato le ultime annate di Brunello in uscita sul mercato, stilando la sua top 10 dei Brunello 2014. Nel podio, con 95 punti, troviamo Baricci, Ciacci Piccolomini d’Aragona e Le Chiuse. “Per mantenere i nostri standard di qualità in anni come questi, selezioniamo attentamente le uve e produciamo solo il nostro classico Brunello, ma non il nostro Brunello Pianrosso o il nostro Brunello Riserva Santa Caterina d’Oro - afferma a Wine Enthusiast Paolo Bianchini, co-proprietario insieme alla sorella Lucia della tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona - la nostra produzione è diminuita del 25-30% nel 2014, ma a causa di tutto il duro lavoro siamo più che soddisfatti dei risultati”.

 

O’Keefe ha messo in fila anche le cinque migliori Riserve 2013: Il Marroneto (98 punti), Gianni Brunelli (96 punti), Fuligni (96 punti), Marchesi Antinori (95 punti) e Donatella Cinelli Colombini (95 punti).

 

Qualche produttore non ha prodotto nessun Brunello 2014, scegliendo di declassarlo a Rosso di Montalcino. Per esempio Biondi Santi, Padelletti e Conti Costanti. “Abbiamo raccolto in ritardo, intorno al 10 ottobre, ma sin dall’inizio - spiega Andrea Costanti - ho deciso di fare meno Brunello e concentrarmi maggiormente sul Rosso di Montalcino che era delicato, elegante e aveva un’acidità eccellente. Dopo il secondo anno in legno, ho deciso di non realizzare affatto il Brunello e ho realizzato invece il Vermiglio Rosso di Montalcino. In questi anni difficili, voglio fare un grande vino che possa reggere la storia di Costanti e, a mio parere, nel 2014 non poteva essere il Brunello. Così ho deciso di fare un buon Rosso al posto di un mediocre Brunello. Ovviamente la mia decisione riguarda il mio terroir ed il mio vino, ma il 2014 si esprime al meglio nei vini più giovani “.

 

“Dopo una lunga degustazione dei Brunelli 2014 - sottolinea Kerin O’Keefe - sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla pura eleganza, dalla vivacità e dall’equilibrio delle bottiglie di alcuni dei migliori produttori. Mentre non hanno la struttura ed il potenziale di invecchiamento tipico del Brunello, sono invitanti, fragranti, con aromi e sapori di bacca rossa fresca, viola, rosa ed erbe selvatiche. Hanno acidità vivace e tannini levigati. La maggior parte sono già nella loro finestra ideale di bevibilità, ma i migliori dureranno anche fino a quindici anni”.

 

Focus: la top 10 di Brunello 2014 di Kerin O’Keefe

 

1 - Baricci, 95 punti

 

1 - Ciacci Piccolomini d’Aragona, 95 punti

 

1 - Le Chiuse, 95 punti

 

4 - Le Potazzine, 94 punti

 

4 - Siro Pacenti Vecchie Vigne, 94 punti

 

4 - San Polino Helicrysum, 94 punti

 

7 - Castelgiocondo, 93 punti

 

7 - La Fiorita, 93 punti

 

7 - Banfi Poggio alle Mura, 93 punti

 

7 - San Polo, 93 punti

 

Focus: la top 5 di Brunello Riserva 2013 di Kerin O’Keefe

 

1 - Il Marroneto Madonna delle Grazie, 98 punti

 

2 - Gianni Brunelli, 96 punti

 

2 - Fuligni, 96 punti

 

4 - Marchesi Antinori Vigna Ferrovia, 95 punti

 

4 - Donatella Cinelli Colombini, 95 punti

19 • 02 • 2019
Montalcino news

Benvenuto Brunello si è concluso appena ieri ma ovviamente il mondo del vino non si ferma. E per il nostro Brunello di Montalcino è il momento di ritornare negli States. Winenews.it ha citato le griffe del vino italiano che, insieme alle più prestigiose cantine di tutto il mondo, saranno protagoniste in Usa, con il “Grand Tour” firmato “Wine Spectator” che porterà l’eccellenza del vino mondiale in alcune delle più importanti città degli Stati Uniti, primo mercato al mondo per il vino e primo partner straniero della cantine del Belpaese. Il 27 aprile il “circus” enoico sarà protagonista nella città delle mille luci, Las Vegas, per poi fare tappa a Chicago, il 2 maggio, e chiudere con vista sulle spiagge di Miami, il 10 maggio. In degustazione, oltre 240 etichette valutate almeno 90 punti dalla rivista americana. Tra i produttori di Montalcino ci sono: Allegrini, Altesino, Antinori, Argiano, Castello Banfi, Fattoria dei Barbi, Caparzo, Carpineto, Casanova di Neri, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Frescobaldi, Fuligni, La Gerla, Tenuta Luce, Siro Pacenti.

 

05 • 02 • 2019
Montalcino news

Brunello di Montalcino, i punteggi per l’annata 2014 non sono al top. Ma la notizia, tutto sommato, era prevedibile. Molto meglio la 2013, ma anche in questo caso non parliamo di una novità. Monica Larner, corrispondente in Italia per Robert Parker, il guru americano della critica enologica mondiale, creatore di una delle sue pubblicazioni più autorevoli, “The Wine Advocate”, ha pubblicato i suoi punteggi. I migliori li riportiamo qui sotto. Sfiora la perfezione il Brunello di Montalcino Riserva Madonna delle Grazie 2013 (99 punti), per l’annata 2014 il punteggio più alto è 94+ (Altesino Brunello di Montalcino Montosoli 2014). Per quanto riguarda il Rosso di Montalcino spiccano i 94 punti per la 2016 di Poggio di Sotto mentre il “best ranking” del 2017 è 91.

 

Ecco “i migliori assaggi” con i punteggi di Monica Larner.

 

99. Il Marroneto Brunello di Montalcino Riserva Madonna delle Grazie 2013

 

97. Canalicchio di Sopra Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

97. Casanova di Neri Brunello di Montalcino Cerretalto 2013

 

97. Salicutti Brunello di Montalcino Riserva Piaggione SV 2013

 

97. Poggio di Sotto Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

96+. Gianni Brunelli le Chiuse di Sotto Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

96. Mastrojanni Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2013

 

96. Valdicava Brunello di Montalcino Riserva Madonna del Piano 2013

 

95+. Fuligni Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

95. Castello Banfi Brunello di Montalcino Riserva Poggio alle Mura 2013

 

95. Ciacci Piccolomini d’Aragona Brunello di Montalcino Pianrosso 2013

 

95. Col d’Orcia Brunello di Montalcino Riserva Poggio al Vento 2012

 

95. Fattoria dei Barbi Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

95. Podere le Ripi Brunello di Montalcino Riserva Lupi e Sirene 2013

 

94+. Altesino Brunello di Montalcino Montosoli 2014

 

94. Altesino Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

94. Col d’Orcia Brunello di Montalcino Nastagio 2013

 

94. Donatella Cinelli Colombini Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

94. Il Poggione Brunello di Montalcino 2014

 

94. La Fiorita Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

94. La Poderina Brunello di Montalcino Riserva Poggio Abate 2013

 

94. Marchesi Antinori Brunello di Montalcino Riserva Pian delle Vigne Vignaferrovia 2013

 

94. Renieri Brunello di Montalcino Riserva 2013

 

01 • 02 • 2019
Montalcino news

Alex Zanardi firmerà la piastrella celebrativa di Benvenuto Brunello. Secondo i rumors WineNews sarà il pilota, paraciclista e conduttore tv bolognese, vero eroe contemporaneo e figura di riferimento per lo sport paralimpico, a realizzare la formella da affiggere, come tradizione, alla facciata del palazzo comunale storico di Montalcino, e contenente le stelle assegnate all’ultima annata, la 2018, secondo le valutazioni della Commissione d’Assaggio. Zanardì sarà presente il 16 febbraio, nel pieno della kermesse che chiude la lunga settimana delle Anteprime di Toscana, e tornerà a Montalcino a distanza di un anno.

Era il 5 gennaio 2018 quando visitò la tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona ed espose un progetto legato ad una delle sue associazioni no profit, “Obiettivo 3”, al proprietario Paolo Bianchini, che pochi mesi dopo si fece 200 chilometri in bicicletta da Montalcino a Marina di Massa insieme al responsabile commerciale Mauro Zanca per donare 10.000 euro. Zanardi, a casa Bianchini, scoprì il celebre Museo della Bicicletta, dove sono custodite magliette storiche e bici d’epoca appartenute ai più grandi campioni di questo sport, come Moser, Casagrande, Scarponi, Cipollini, Fondriest, Bitossi, Colnago, e poi degustò il Brunello di Montalcino 2013. Adesso, quando tornerà a Montalcino, avrà una più ampia scelta: potrà assaggiare l’annata 2014, la Riserva 2013, il Rosso 2017, il Moscadello o il Sant’Antimo.

31 • 01 • 2019
Robert Parker

By Monica Larner

Straight and simple, here’s the lowdown on 2014 Brunello di Montalcino. This is an ephemeral vintage that delivers dimmed-down, sometimes stripped-down expressions of Sangiovese. Like your laptop on low battery, this vintage operates at reduced intensity.

In winespeak, a weak vintage such as 2014 can be recast as “elegant” or “finessed.” I’m not going to disagree, because in fact this vintage is indeed both of those things. The aromas are dainty, fragile and graceful. However, they are also faint and scarce when compared to classic, more forthright vintages, such as 2006, 2007, 2009, 2010 and 2013. The mouthfeel and the fruit flavors in 2014 are shorter, thinner and more abrupt compared to those other vintages.

This is a near-term vintage to enjoy in association with easy-drinking or informal occasions. Generally speaking, I do not recommend it for prolonged cellar aging. Most of these wines are immediately accessible upon release.

It’s also a vintage that plays its cards close to its chest. My appellation-wide sample grouping was much smaller this year because many producers opted to skip over the 2014 vintage all together. Others made a Brunello annata using fruit that would otherwise be earmarked for selezione, single-vineyard or riserva wines. I would guess that almost everyone who made 2014 Brunello di Montalcino made less of it. We will see very little, if any, 2014 Brunello di Montalcino Riserva released next year. These are reflections of the lessened confidence producers placed in the vintage.

Andrea Machetti, general manager of Mastrojanni, says he was forced to discard one-third of his harvested fruit: “When a vintage is this difficult, we must rely on our experience and ability to make a wine that meets the high standards of the appellation even if it means making great sacrifices in the vineyard.” Marco Bacci of Renieri made only 6,600 bottles of Brunello in 2014, and he declassified the rest to Rosso di Montalcino. The folks at Argiano made 50,000 fewer bottles of 2014 Brunello di Montalcino compared to an average vintage. Too much unripe or rotted fruit had to be thrown out at the sorting table. Soggy conditions, frequent rains and below-average temperatures delayed the entire growing season.

The farmers of Montalcino are some of the best in Italy. They are abundantly armed with the learned expertise to navigate the challenges of a vintage such as 2014. As Andrea Machetti describes, the key to good winemaking in 2014 was stringent fruit selection. Dropping fruit, or green harvesting, was also fundamental in order to achieve better ripeness in the remaining fruit. Farmers summoned the sheer courage needed to severely reduce yields and bottle production. A refrain often heard in Montalcino is that 2014 was bad on many levels, but it was especially bad on the bottom line.

My biggest criticism of 2014 Brunello di Montalcino has less to do with the quality of the wines than the high price points associated with them. This was an expensive vintage to make, and Brunello is an expensive (I would argue overpriced) wine to begin with. In good faith, I cannot recommend your average $80 bottle of Brunello over a $25 bottle of Rosso di Montalcino. In fact, the current 2016 and 2017 vintages of Rosso di Montalcino are nothing to sneeze at. The 2016 vintage is excellent with bright intensity, streamlined elegance and generous texture. I scored a few 2016 Rosso di Montalcinos a point or two higher than their corresponding 2014 Brunello di Montalcinos. This is one of the most delightful Rosso di Montalcino vintages I have ever tasted. The 2016 vintage is shaping up to be epic.

Alternatively, I would recommend a $120 bottle of 2013 Brunello di Montalcino Riserva also hitting the market now. The 2013 vintage is firm, tight and ready for the long haul. If you are looking to buy bottles to lay down in your cellar, you’ll discover quite a few gems in this excellent group of 2013 riservas.

As readers may recall, expectations were poor in advance of the 2014 Barolo releases last year in Piedmont. That vintage surprised us all because results in the bottle were actually pretty terrific despite the doomsday predictions. Nebbiolo, it would seem, is more elastic in the difficult vintages. Sangiovese is a different animal. When pushed beyond its comfort zone, the finicky grape falls flat. The most positive attributes of 2014 Brunello di Montalcino fall squarely on the intelligence and ingenuity of the farmers who nudged their fruit to ripeness despite the odds they faced. The scores you see in this report have been carefully judged to address those extraordinary efforts.

Unless you are buying the brands you love and trust, I would direct readers away from overpriced 2014 Brunello di Montalcino. I would instead enthusiastically recommend 2016 Rosso di Montalcino for near-term consumption and 2013 Brunello di Montalcino Riserva if you want to stock your cellar.

About this Tasting:

This year, I conducted my tasting of these new releases in a different manner. To be more specific, I conducted the tasting in a different place. In advance of our early January deadline to publish notes in our End of January issue, I arranged to send the wines to myself at my address in California (where I celebrated the holidays). By doing so, I am among the first to publish reviews as the wines hit domestic and foreign markets. Plus, I was able to respect the Consorzio del Vino Brunello di Montalcino’s wishes that all official reviews be published after the official January 1st release date set by the appellation.

For the first time in Wine Advocate history, I am able to bring you a sneak peek of 2014 Brunello di Montalcino in the End of January issue that is published before the official Benvenuto Brunello press preview tasting in Montalcino in mid-February. In fact, this first group of reviews should be published exactly when producers present their new vintage in New York at the end of January. Because of the publishing delays associated with our print issue, these reviews in years past have always been published in late February, after the Benvenuto Brunello. Maybe it’s just me, but I am very excited by this improved timeliness to our Brunello publishing schedule. I hope you are too.

I am presenting 100 reviews in the End of January issue (also to be published in the print edition of Issue 241). There will be an additional 130 notes online in our End of February issue.

Because I collected my samples earlier than normal, not all producers felt their wines were ready for review. Some producers skipped over the 2014 vintage altogether and had no wines to submit. Others simply decided not to submit the wines they did make. Among the brands I regularly review, these names are missing from this initial report: Biondi-Santi, Castello Romitorio, Castiglion del Bosco, Cerbaiona (a sample I usually purchase at retail upon release), Giodo, Pian dell’Orino, Pieve Santa Restituta, Salvioni and Stella di Campalto. I’ll be sure to include these in a second group of reviews to go online in early spring along with any other missing names.

I would love to hear back from readers with any special requests or comments regarding this tasting. We have a new comments section on our website, which you can find just below the end of this article (and all other Wine Advocate articles), and I look forward to continuing our conversation there.

08 • 01 • 2019
Bibenda

 

L’antica tenuta dei Ciacci Piccolomini d’Aragona all’estinzione del casato, nel 1985, passò in eredità al fattore Giuseppe Bianchini e alla sua famiglia che ne aveva cura già da generazioni. Da proprietario si impegnò per incrementare la produzione, pur mantenendo alta la qualità per mirare all’esportazione nei mercati del mondo. Oggi alla guida troviamo i suoi figli Paolo e Lucia, affiancati già dai nipoti che operano nelle due le cantine aziendali. In quella storica di Palazzo Ciacci Piccolomini d’Aragona vengono custodite le vecchie annate, nella nuova a Molinello, realizzata proprio da Giuseppe Bianchini, si trovano gli uffici e i locali di vinificazione. Oltre ai grandi Brunello di casa, conquista per piacevolezza e territorialità anche questo Rosso di Montalcino, rubino brillante con striature granato. Profuma di frutta matura e liquirizia, poi geranio e spezie piccanti. Al palato è sintesi perfetta tra muscolarità ed eleganza, sapidità e morbidezza.

Rosso di Montalcino 2016

Rosso Doc - Sangiovese Grosso 100% - € 14 - 4 Grappoli: La Grande Qualità di Bibenda

03 • 01 • 2019
Montalcino news

Il 2018 è stato un anno da incorniciare per il vino italiano a livello di critica mondiale, con la “doppietta” al vertice delle classifiche più attese, quelle che, in qualche modo, spostano il mercato, con il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido al vertice della “Top 100” di “Wine Spectator” ed il Nizza Cipressi 2015 di Chiarlo al n. 1 di quella di “Wine Enthusiast”. Ma al vertice assoluto della qualità, a livello di territorio, c’è sempre Bordeaux, seguito da Montalcino. Almeno a guardare i vini assaggiati nel 2018 e premiati con 100/100, il massimo possibile, dalla stessa “Wine Enthusiast”. Secondo la rivista diretta da Adam Strum (e la cui Italian editor è Kerin O’Keefe), delle 15 “perle” enoiche (sugli oltre 24.000 vini assaggiati nell’anno appena passato), ben 5 sono bordolesi, e tutti grandi nomi che, peraltro, confermano la bontà di un’annata 2015 destinata restare nella storia, ovvero Château Ausone 2015 (Saint-Émilion), Château Cheval Blanc 2015 (Saint-Émilion), Château Lafite Rothschild 2015 (Pauillac), Château Margaux 2015 (Margaux) e Château Pétrus 2015 (Pomerol). L’Italia, riferisce il sito Winenews.it, è rappresentata dal Montalcino, con i 100/100 assegnati al Brunello di Montalcino Riserva 2012 Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro di Ciacci Piccolomini d’Aragona, al Brunello di Montalcino Riserva 2012 di Conti Costanti, e al Brunello di Montalcino 2013 de Le Chiuse.

Due territori che, dunque, si confermano in vetta al mondo. La sorpresa, in qualche modo, è l’Austria, con ben 4 etichette premiate, di cui 3 dal Land del Burgenland, ovvero il Zwischen den Seen Trockenbeerenauslese Nummer 8 Muscat Ottonel ed il Zwischen den Seen Trockenbeerenauslese Nummer 4 Scheurebe, entrambi annata 2015 ed entrambi della cantina Kracher, ed il Ruster Ausbruch Auf den Flügeln der Morgenröte Welschriesling 2015 di Heidi Schröck, a cui, dal Sud della Stiria, si aggiunge il Trockenbeerenauslese Sauvignon Blanc 2013 di Sattlerhof.

Del club dei 100 punti, ancora, fanno parte l’Estate Vineyard Bonshaw Block Pinot Noir 2016 di Patricia Green Cellars, dall’Oregon, a conferma della crescita qualitativa di una delle regioni del vino mondiale più dinamiche del mondo, e, dal “Vecchio Mondo”, lo Champagne Cuvée Sir Winston Churchill Brut 2008 di Pol Roger, ed il Porto The Stone Terraces Vintage 2016 di W. & J. Graham’s.

03 • 01 • 2019
Wine News

 

15 i vini “perfetti” assaggiati nel 2018 dalla rivista Usa, con 5 etichette bordolesi, 3 da Montalcino, 4 austriaci e poi Champagne, Oregon e Porto

Il 2018 è stato un anno da incorniciare per il vino italiano a livello di critica mondiale, con la “doppietta” al vertice delle classifiche più attese, quelle che, in qualche modo, spostano il mercato, con il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido al vertice della “Top 100” di “Wine Spectator” ed il Nizza Cipressi 2015 di Chiarlo al n. 1 di quella di “Wine Enthusiast”. Ma al vertice assoluto della qualità, a livello di territorio, c’è sempre Bordeaux, seguito da Montalcino.

Almeno a guardare i vini assaggiati nel 2018 e premiati con 100/100, il massimo possibile, dalla stessa “Wine Enthusiast”. Secondo la rivista diretta da Adam Strum (e la cui italian editor è Kerin O’Keefe), delle 15 “perle” enoiche (sugli oltre 24.000 vini assaggiati nell’anno appena passato), ben 5 sono bordolesi, e tutti grandi nomi che, peraltro, confermano la bontà di un’annata 2015 destinata restare nella storia, ovvero Château Ausone 2015 (Saint-Émilion), Château Cheval Blanc 2015 (Saint-Émilion), Château Lafite Rothschild 2015 (Pauillac), Château Margaux 2015 (Margaux) e Château Pétrus 2015 (Pomerol). L’Italia, come già riportato, è rappresentata dal Montalcino, con i 100/100 assegnati al Brunello di Montalcino Riserva 2012 Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro di Ciacci Piccolomini d’Aragona, al Brunello di Montalcino Riserva 2012 di Conti Costanti, e al Brunello di Montalcino 2013 de Le Chiuse.

Due territori che, dunque, si confermano in vetta al mondo. La sorpresa, in qualche modo, è l’Austria, con ben 4 etichette premiate, di cui 3 dal Land del Burgenland, ovvero il Zwischen den Seen Trockenbeerenauslese Nummer 8 Muscat Ottonel ed il Zwischen den Seen Trockenbeerenauslese Nummer 4 Scheurebe, entrambi annata 2015 ed entrambi della cantina Kracher, ed il Ruster Ausbruch Auf den Flügeln der Morgenröte Welschriesling 2015 di Heidi Schröck, a cui, dal Sud della Stiria, si aggiunge il Trockenbeerenauslese Sauvignon Blanc 2013 di Sattlerhof.

Del club dei 100 punti, ancora, fanno parte l’Estate Vineyard Bonshaw Block Pinot Noir 2016 di Patricia Green Cellars, dall’Oregon, a conferma della crescita qualitativa di una delle regioni del vino mondiale più dinamiche del mondo, e, dal “Vecchio Mondo”, lo Champagne Cuvée Sir Winston Churchill Brut 2008 di Pol Roger, ed il Porto The Stone Terraces Vintage 2016 di W. & J. Graham’s.